“Conobbi quasi per caso Francesco Verdi, lo contattai telefonicamente dopo aver visto, su una delle tante riviste che sfoglio periodicamente per cercare di capirci qualcosa in più di questo mondo, un suo lavoro che mi aveva particolarmente intrigato per l'alto contenuto simbolico: un bel ragazzo, un angelo con le ali che sorreggeva in braccio una stupenda fanciulla con il corpo da sirena.
Mi avevano colpito gli sguardi dei due personaggi surreali ritratti, da quel giorno ho iniziato con questo artista un percorso serio di valorizzazione di tutto il suo operato artistico.
La tecnica è sopraffina, non da tutti e non per tutti...
Prima il bozzetto, il disegno, che come tanti anni fa nasce da modelli in posa, poi la tavolozza con pochi colori: il bianco, il blu, il rosso, non pennellate ma strusciate sulla superficie dipinta precedentemente con il nero.
Un maestro, poca materia sulla tela, solo sfumature che coprono il nero, che vanno a riempire spazi, a dare forma a corpi stupendi, donne, angeli o diavoli che siano.
I panneggi dipinti dal Verdi tolgono il respiro, ricordano i grandi maestri della storia dell'arte perché sembrano veri, pare di toccarli e di percepire la loro volatilità.
La luce è quella quella lunare, un'atmosfera surreale che avvolge le opere di questo pittore toscano, autentico talento emergente che, passo dopo passo, sta raggiungendo a pieno merito livelli e scenari di prim'ordine.
Mai nulla è inserito per caso, il rosso di alcuni veli che simboleggia la passione carnale, la trasgressione, la luna, pianeta lontano che spesso sogniamo, le chiavi e i lucchetti ad indicare non certo chiusura bensì, al contrario, un mondo da esplorare, da raggiungere ma solo attraverso i modi e quindi con la chiave giusta.
Le sue opere, che ormai conosco alla perfezione, non sono straordinarie solo per tecnica, tuttavia questo è un aspetto fondamentale, una base solida su cui Verdi poggia il suo presente e il suo futuro.
Un elemento che dovrebbe essere imprescindibile, dico dovrebbe perché l'arte contemporanea di oggi non rispecchia nei fatti questo mio pensiero.
Quanti artisti nel nostro bel paese? Tanti, forse troppi, ma quanti di questi sono realmente capaci di tracciare un segno, una figura, una mano, una muscolatura, un volto? Pochi, troppo pochi...
Se essere un pittore vuol dire saper dipingere, e questo mi sembra assolutamente logico che sacrosanto, allora con Verdi non si possono avere dubbi, titubanze.
Basta porsi davanti al suo lavoro e ammirarlo, con lui non puoi porti la drammatica domanda che assilla l'arte moderna, ovvero quel “ma cosa significa” che fa rabbrividire perché dimostra l'incapacità dell'artista di trasmettere qualcosa.
Con le sue opere l'unica cosa consigliabile da fare è abbandonarsi ad una profonda ed introspettiva ammirazione.
La Toscana, terra dei più ammirati pittori del mondo, ha fornito attraverso le loro “mani” un grande apporto alla storia, ebbene con personale soddisfazione penso di poter affermare che ciò non riguarda solo il passato, con Verdi anche il presente e il futuro.
La bellezza salverà il mondo, diceva Dostoevskij, e l'arte è certamente una delle più straordinarie forme di bellezza.
Per salvare questo movimento bisogna saper scegliere gli artisti giusti e valorizzarli.
Credo, anzi ne sono convinto, sia arrivato il momento di ricominciare a farlo...
Mario Mazzoleni
“Una simbologia profondamente radicata nel tessuto storico e artistico italiano e una tecnica tanto sopraffina da essere quasi misteriosa.
Francesco Verdi si contrappone allo stereotipo dell'artista contemporaneo, tutto sregolatezza e mistica ispirazione, in ogni sua opera c'è un'attenta ricerca iconografica, lo studio dei volumi e della luce, niente è lasciato al caso.
Le sue opere affondano radici profonde nella tradizione pittorica italiana e risultano essere la naturale continuazione, mai banale ma assolutamente innovativa nella sua classicità, di un meraviglioso percorso intrapreso dai grandi maestri centinaia di anni fa, e forse interrotto dalla cieca e assurda pretesa di stupire ad ogni costo di alcuni artisti.
L'uovo, simbolo della perfezione e della vita, che ricorre spesso nelle sue opere è una piacevole citazione di Piero Della Francesca nonché sintomo della continua ricerca che Verdi compie nella storia e nel proprio io interiore.
Alcuni pensano che l'arte sia sull'orlo del baratro oscuro della materia senza anima, noi pensiamo che Francesco Verdi sia l'uomo giusto per far rinascere l'arte e fra qualche anno sarà indicato come il precursore di un nuovo e longevo tend del panorama artistico, quello del figurativo pittorico contemporaneo.”
Valentina Monastra
“Il Mediterraneo ha una percezione visiva in ambito artistico dedita al figurativo da circa 15000 anni, parlare di arte pittorica figurativa significa perdersi nella notte dei tempi.
Oggi i più importanti artisti al mondo sono figurativi o in ambito bidimensionale (pittura) o tridimensionale (scultura,installazione), anche l'urban style con la street art che riscuote tantissimo successo a una desinenza figurativa.
In che modo allora si può essere contemporanei?
Il lavoro di Francesco Verdi dà una risposta esaustiva e contingente al quesito proposto.
La chiave di lettura dell'artista è la ricerca del chiaroscuro, delle velature, del disegno base di tutto lo spazio visivo della tradizione artistica italiana.
Quando si guardano i lavori di Francesco Verdi si rimane rapiti, la storia narrata dalle sue opere è quel taglio contemporaneo tanto cercato nell'arte contemporanea.
Il post moderno ci ha dato una lezione molto chiara, il concetto è fondamentale (tesi), ma la sintesi che materializza l'opera (sintesi) rappresenta il connotato qualitativo delle opere d'arte.
In Francesco Verdi si mescolano, come una tavolozza ben ordinata, elementi post moderni, surreali, figurativi pittorici, il risultato ottenuto strega come una fata Morgana.”
Francesco Elisei, Fabio Anselmi
Francesco Verdi
Arte Contemporanea